Il Venezuela vota a favore dell’annessione della regione di Esequibo in disputa con la Guyana
I venezuelani hanno recentemente votato a favore dell’annessione della regione di Esequibo, una zona che da decenni è oggetto di disputa con la Guyana. Il presidente Nicolas Maduro ha ufficializzato il risultato del referendum, celebrando la vittoria davanti ai suoi sostenitori a Caracas.
Il referendum ha visto il 96% degli elettori votare a favore della creazione di uno Stato venezuelano chiamato Guyana Esequiba, nonché della concessione della cittadinanza venezuelana alla popolazione locale. Nonostante alcune polemiche riguardo alla legittimità della consultazione, l’affluenza alle urne è stata del 51%.
Maduro ha dichiarato che la vittoria nel referendum rappresenta un passo importante per la sovranità del Venezuela sulla regione di Esequibo, affermando che il risultato è stato schiacciante. Tuttavia, la Corte internazionale di giustizia ha precedentemente ordinato al Venezuela di non intraprendere alcuna azione che possa modificare la situazione attuale nel territorio oggetto della controversia.
Il presidente guyanese, Irfaan Ali, ha risposto a Maduro chiedendo il rispetto dell’ordine della Corte internazionale di giustizia e sostenendo di avere il sostegno di partner internazionali. I confini attuali del territorio della Guyana sono stati determinati dal lodo arbitrale di Parigi nel 1899, ma il Venezuela sostiene un accordo del 1966 che non si è mai concretizzato.
Il conflitto sui confini tra Venezuela e Guyana si è intensificato negli ultimi anni, in particolare dopo che la Guyana ha concesso a Exxon Mobil una licenza di estrazione petrolifera nell’area in questione. Ciò ha reso la situazione ancora più delicata, con entrambi i paesi che cercano di difendere i propri interessi nella regione di Esequibo.
Il risultato del referendum venezuelano ha evidenziato l’importanza della questione e il livello di coinvolgimento emotivo e politico della popolazione. Ora sarà essenziale per entrambi i paesi lavorare insieme per trovare una soluzione pacifica e rispettare gli ordini della Corte internazionale di giustizia.
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