L’attivista iraniana Narges Mohammadi è stata impossibilitata a partecipare alla cerimonia di premiazione del Premio Nobel per la Pace a Oslo. Mohammadi è attualmente detenuta nel carcere di massima sicurezza di Evin a Teheran e da oggi ha iniziato uno sciopero della fame.
Durante l’evento, Mohammadi ha condannato il “regime religioso tirannico e misogino” dell’Iran attraverso un messaggio inviato da sua figlia. Per onorarla simbolicamente, è stata posizionata una sedia vuota durante la cerimonia, con una foto della stessa attivista sorridente e in abiti sgargianti.
I figli di Mohammadi, Kiana e Ali, di 17 anni, hanno ritirato il premio e letto un discorso di ringraziamento scritto dalla madre. I due giovani vivono in esilio a Parigi con il padre e hanno già rappresentato l’attivista in una conferenza stampa precedente ad Oslo.
Durante l’evento, Kiana Rahmani, figlia di Mohammadi, ha elogiato il ruolo dei media internazionali nel dare voce ai dissidenti, ai manifestanti e ai difensori dei diritti umani. La giovane ha dichiarato di avere poche speranze di rivedere sua madre e ha sottolineato che l’importante è che Mohammadi vivrà sempre nel suo cuore.
Il fratello e il marito di Mohammadi hanno annunciato un nuovo sciopero della fame in solidarietà con la minoranza religiosa bahà’i. Taghi, il marito, ha rivelato di non aver visto sua moglie da 11 anni, mentre i figli non l’hanno vista da 7 anni.
Narges Mohammadi è la 19esima donna a vincere il Premio Nobel per la Pace e la seconda iraniana dopo Shirin Ebadi nel 2003. Questa è la quinta volta nella storia del premio che viene assegnato a una persona in carcere o agli arresti domiciliari.
Gli altri premi Nobel saranno consegnati domenica prossima in cerimonie separate a Stoccolma, in Svezia.
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