Il governo italiano ha dato il suo via libera alla vendita della società di rete di Telecom Italia, Netco, a Kkr. Tuttavia, questa decisione è stata presa con alcune condizioni, al fine di garantire l’interesse nazionale e il controllo statale sugli asset strategici della rete di telecomunicazioni. Tra le condizioni imposte per la vendita, è stata inclusa la nomina di un amministratore di cittadinanza italiana, che avrà competenza esclusiva sulle questioni strategiche; inoltre, le attività dovranno rimanere in Italia e saranno soggette ad un attento monitoraggio.
È previsto un ruolo attivo del governo nella definizione delle scelte strategiche, in modo da garantire la supervisione e la sicurezza della rete di Telecom Italia. Tuttavia, le richieste di garanzie sull’occupazione da parte dei sindacati Cgil e Slc Cgil e le critiche delle opposizioni riguardo alla cessione degli asset strategici nazionali hanno portato ad un dibattito intenso sull’operazione.
Nel frattempo, si sta lavorando al rinnovo della governance di Telecom Italia e giovedì ci sarà una discussione per stabilire la composizione del nuovo consiglio di amministrazione. Non è escluso che Vivendi, l’azionista di maggioranza, possa appoggiare un’altra lista di candidati, che potrebbe influenzare considerevolmente le decisioni future.
Da parte sua, Vivendi ha avviato un’azione legale sulla legittimità della decisione del consiglio di amministrazione di cedere la rete a Kkr senza aver ottenuto il consenso dell’assemblea. Questa mossa dimostra l’intensa lotta che si sta sviluppando attorno all’acquisizione di Netco da parte di Kkr, che ha suscitato preoccupazione e interesse sia da parte del governo che degli attori del settore.
Nonostante le incertezze e le controversie, il governo italiano sembra determinato a garantire il controllo pubblico sulla rete di telecomunicazioni del paese. Resta da vedere come si svilupperanno gli avvenimenti e quali saranno le conseguenze di questa importante operazione per il settore delle telecomunicazioni in Italia.
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