Il gigante delle telecomunicazioni italiano Tim ha ottenuto una vittoria legale epocale nella sua lunga battaglia con lo Stato per il pagamento di un canone concessorio del valore di 1 miliardo di euro, richiesto ben 25 anni fa. La Corte d’Appello di Roma ha finalmente dato ragione a Tim, che ora intende avviare le procedure per il recupero della somma.
Tuttavia, il governo ha annunciato che si rivolgerà alla Cassazione per chiedere la sospensione degli effetti esecutivi della sentenza. In risposta a questa notizia, le azioni di Tim hanno registrato un aumento del 5,19% in Borsa.
Il canone era stato richiesto nel 1998 in seguito alla liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni, in sostituzione del vecchio canone di concessione. Tim aveva presentato ricorsi contro il pagamento del canone, ottenendo in passato una sentenza favorevole dalla Corte di Giustizia europea.
La sentenza della Corte d’Appello stabilisce che Tim deve versare il canone originario di poco superiore a 500 milioni di euro, rivalutato con interessi per un totale di 1 miliardo di euro. Tim ha dichiarato che la sentenza è immediatamente esecutiva e avvierà le procedure di recupero dell’importo.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha già indicato che la normativa italiana, prorogando il pagamento del canone per il 1998, andava contro le direttive europee sulla liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni. Tim ha sottolineato che la battaglia legale è durata anni e ha coinvolto diverse istanze giudiziarie nazionali ed europee.
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