Mentre si discute sul futuro dei bonus edilizi, sulle soluzioni per le imprese e sulla proroga dei cantieri del superbonus in corso, sembra che pochi si interessino ai problemi dei contribuenti. Il meccanismo delle opzioni alternative per la detrazione diretta o la cessione del credito del superbonus è stato modificato con il Decreto Legge n. 4/2022, causando problemi nel settore delle costruzioni. Nel corso del 2022, la cessione del credito è stata bloccata e l’ultimo cessionario disponibile, Poste Italiane, ha chiuso a novembre, portando il settore delle costruzioni in una situazione critica. Il governo ha cercato di risolvere il problema introducendo diverse misure, tra cui la possibilità di spalmare i crediti in 10 anni per i fornitori e i cessionari, la garanzia SACE per ottenere prestiti alle imprese coinvolte nel superbonus e la limitazione della responsabilità solidale. Tuttavia, nessuna misura è stata prevista per i beneficiari diretti della detrazione, che dovranno ripartire le spese in quattro quote annuali. Un caso pratico suggerisce che ripartire l’investimento medio in quattro rate annuali è troppo oneroso per la maggior parte dei contribuenti. Una possibile soluzione immediata potrebbe essere quella di estendere le tempistiche a 10 anni per le detrazioni dirette, consentendo al contribuente di ripartire l’investimento in 10 rate annuali. Nel mezzo di modifiche frequenti, l’ultima modifica legislativa consente di ripartire la detrazione in dieci quote annuali a partire dal periodo d’imposta 2023 per le spese sostenute nel 2022. Sarebbe utile estendere questa possibilità anche al 2024, prorogare i tempi per i cantieri in corso e offrire la possibilità di ottenere prestiti garantiti per permettere ai contribuenti di completare gli interventi.
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