Il governo francese, azionista sia di Stellantis sia di Renault, sta cercando di consolidare l’industria automobilistica nazionale attraverso una fusione tra i due gruppi. L’obiettivo è far fronte alla crescente concorrenza tedesca e cinese nel settore. Tuttavia, questa fusione potrebbe ostacolare o rendere più costoso un eventuale ingresso dello Stato italiano in Stellantis.
Carlos Tavares, CEO di Stellantis, ha sottolineato l’importanza di concentrare le risorse nell’industria automobilistica europea per poter far fronte alla sfida della concorrenza cinese. Tavares ha indicato in particolare le fabbriche di Mirafiori e Pomigliano come le più a rischio, a causa della mancanza di sovvenzioni italiane per l’acquisto di veicoli elettrici.
I sindacati sono molto preoccupati per le dichiarazioni di Tavares e stanno chiedendo al governo italiano di intervenire per proteggere i posti di lavoro e garantire la salvaguardia dei siti industriali nel Paese. Le fabbriche italiane rischiano di diventare ancora più incerte se la fusione tra Stellantis e Renault si concretizzasse.
Attualmente, il maggior azionista di Stellantis è la famiglia Agnelli, seguita da Peugeot e dal governo francese. Infatti, il braccio di investimento del governo francese, noto come Bpi, detiene una quota del 9,9% in Stellantis.
Questa fusione tra Stellantis e Renault rappresenta un tema di grande importanza per l’industria automobilistica europea e per l’economia italiana. Sarà interessante seguire gli sviluppi futuri e vedere come il governo francese, gli azionisti e i sindacati italiani si muoveranno per proteggere gli interessi nazionali.