Sanremo 2024: Il tormentone d’inverno sta impazzando e i bpm stanno correndo, mentre un digei annuncia che radio e locali sono la priorità per Sanremo 2024. La competizione è piena di iperproduzioni senza vere canzoni, in attesa di autotune ed elettropop che si uniscono all’orchestra. Argomenti come guerra, questioni sociali, diritti delle donne e dei migranti sembrano essere solo un dettaglio irrilevante, qui si parla di periferie, del corpo e dell’anima, e ovviamente di amore. Anche la crisi di coppia è affrontata con un linguaggio crudo e senza censure. Loredana Bertè e Fiorella Mannoia riflettono sulla loro storia e la loro vita in uno specchio. Tra i giovani, ci sono sorprese e conferme, anche se il vincitore rimane ancora sconosciuto. Santi Francesi e Negramaro hanno scritto due grandi canzoni. Annalisa, The Kolors e Mahmood ci riprovano. Alessandra Amoroso sogna con Irama. Geolier è una sorpresa? Ecco una panoramica delle performance dei vari artisti:
– Alessandra Amoroso: 6,5 punti. “Fino a qui” è un classico da cantare a squarciagola, ma dopo l’introduzione, diventa una canzone un po’ banale sulla perdita quotidiana.
– Alfa: 6+ punti. “Vai!” è un brano decente, ma per ora non basta, con l’uso esagerato delle esclamazioni. Mi piace l’ottimismo e lo slogan “Vai! uh uh”. Un tormentone.
– Angelina Mango: 7 punti. “La noia” funziona meglio rispetto al resto della canzone che è cumbia, ma parla della noia di una vita che non cambia. È coinvolgente, perché si balla.
– Annalisa: 7,5 punti. “Sinceramente” ha una grande tecnica vocale e sembra che ci sia un potenziale per un tormentone. È citazionista, tormentata ma ottimista. Piange, ma non pensa minimamente di suicidarsi.
– Big Mama: 7,5 punti. “La rabbia non ti basta” parla di bullismo, body shaming, dolore e disagio. Ma ora è una persona diversa e la rabbia non le basta più. Le ferite e i colpi di arma da fuoco sono nel passato. La terapia della danza funziona. Grande.
– Bnkr44: 7+ punti. “Governo Punk” ha un po’ di Blur, un po’ di Queen, e vuole una via di fuga per la provincia, dove la nebbia è la stessa dal 2003. Chiede un governo punk per questa città, che è solo competizione e una maledizione.
– Clara: 6+ punti. “Diamanti grezzi” è una canzone che si muove velocemente tra tormenti adolescenziali. Parla di diamanti grezzi, frammenti, il volto giusto, una storia che funziona. Ma il tradimento non è la soluzione.
– Dargen D’Amico: 6,5 punti. “Onda alta” affronta argomenti come il sociale, la guerra e i migranti in modo leggermente tormentato. Parla di guerra tra bambini e di cuscini un po’ pesanti, e dei migranti che non sanno nuotare. Double face.
– Diodato: 7- punti. “Ti muovi” dimostra che sa scrivere una canzone e muoversi tra le parole e i sentimenti, con una melodia e armonie ben fatte. Non è il miglior Diodato, ma è una boccata d’aria fresca tra tante copie e incolla.
– Emma Marrone: 6,5 punti. “Apnea” parla di un amore che muore, occhi che uccidono e di essere in bilico. È una pista facile con un beat veloce. Siamo in apnea.
– Fiorella Mannoia: 7,5 punti. “Mariposa” parla di donne, partendo da De Andrè e dai cantautori cubani. Parla di donne libere e orgogliose, con un testo credibile e una canzone che parla di libertà, ma al femminile. Non è femminista. Brava.
– Fred De Palma: 6+ punti. “Il cielo non ci vuole” parla di una guerra di coppia. Dice: “Questo amore è una sparatoria, sparami adesso, sparami ora, ma prometti che staremo bene anche all’inferno. Pieni di rimpianti come un’overdose”. Mah…
– Gazzelle: 7— punti. “Tutto qui” è una canzone che mi fa pensare. È un maestro della sua generazione intrappolato nel traffico tra Roma Nord e Roma Nord. Mi ricorda il migliore pop romano e sceglie la semplicità. Lo apprezzo.
– Geolier: 7,5 punti. “I’ p’ me, tu p’ te” è una canzone che gioca in modo geniale e fonetico con il napoletano, non proprio neoromantico, ma con tutte le attrezzature necessarie. Due mondi che si incontrano.
– Ghali: 7 punti. “Casa mia” parla di cosa dirà ai suoi figli, oltre alla solita immagine di un prato sempre più verde e un cielo sempre più blu. Parla della guerra nei quartieri, in Ucraina e a Gaza, con impegno sotto un tappeto volante di effetti. Il mondo di Ghali.
– Il Tre: 6,5 punti. “Fragili” parla di un amore senza protezioni. Dice: “I tuoi occhi sparano pallottole, mi ferisci quando mi guardi. Siamo fragili come la neve. Meglio liberi come un’isola inabitata”.
– Il Volo: 7– punti. “Capolavoro” parla di una ragazza che cade dal cielo. La strofa è pop, ma lo speciale è romantico come una romanza, anche se le voci si gonfiano. Ha un tocco orchestrale. È quello che il loro pubblico nel mondo vuole.
– Irama: 6,5 punti. “Tu no” è una dichiarazione d’amore ben costruita, urlata. Porta le emozioni all’estremo. Ma lei alla fine non c’è e non basta una stupida canzone a riportarla da lui.
– La Sad: 6,5 punti. “Autodistruttivo” parla di ragazzi di strada, dell’autobiografia, dei sogni e delle delusioni della periferia. Poi c’è anche un amore, ma il suo cuore è di plastica e stare vicino a lui è autodistruttivo. Non male.
– Loredana Bertè: 7,5 punti. “Pazza” è un brano pazzo e arrabbiato, il suo selfie rock degli anni ’80. Il cuore è spremuto come un tubetto di dentifricio e nella testa ci sono giochi di artificio. Mi piace la via d’uscita: sono pazza di me stessa. Faccio tutto da sola.
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Sanremo 2024: il tormentone d’inverno sta impazzando e i battiti per minuto stanno aumentando, mentre un direttore artistico annuncia che la radio e i locali sono la priorità per Sanremo 2024. La competizione è piena di produzioni eccessive senza canzoni vere, in attesa di autotune e musica elettronica che si uniscono all’orchestra. Argomenti come la guerra, questioni sociali, i diritti delle donne e dei migranti sembrano essere solo un dettaglio irrilevante, qui si parla di periferie, del corpo e dell’anima, e ovviamente di amore. Anche la crisi di coppia è affrontata con un linguaggio crudo e senza censure. Loredana Bertè e Fiorella Mannoia riflettono sulla loro storia e sulla loro vita in uno specchio. Tra i giovani, ci sono sorprese e conferme, anche se il vincitore rimane ancora sconosciuto. Santi Francesi e Negramaro hanno scritto due grandi canzoni. Annalisa, The Kolors e Mahmood ci riprovano. Alessandra Amoroso sogna insieme a Irama. Geolier è una sorpresa? Ecco un’ampia panoramica delle performance dei vari artisti:
– Alessandra Amoroso: 6,5 punti. “Fino a qui” è un classico da cantare a squarciagola, ma dopo l’introduzione, diventa una canzone un po’ banale sulla perdita quotidiana.
– Alfa: 6+ punti. “Vai!” è un brano decente, ma per ora non basta, con l’uso eccessivo delle esclamazioni. Mi piace l’ottimismo e lo slogan “Vai! uh uh”. Un tormentone.
– Angelina Mango: 7 punti. “La noia” funziona meglio rispetto al resto della canzone che è cumbia, ma parla della noia di una vita che non cambia. È coinvolgente, perché si balla.
– Annalisa: 7,5 punti. “Sinceramente” ha una grande tecnica vocale e sembra avere il potenziale per diventare un tormentone. È citazionista, tormentata ma
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