Nonostante il calo demografico, c’è il rischio di formare classi pollaio. Il decreto che regola la formazione delle classi per il prossimo anno scolastico è stato pubblicato e ha riaccendato il dibattito. La legge di bilancio 2022 prevede l’istituzione di classi in deroga per favorire il diritto all’istruzione anche per studenti svantaggiati. Sindacati e presidi denunciano il rischio di formare classi pollaio, nonostante le classi in deroga, in contrasto con l’obiettivo del Pnrr di ridurre il numero di alunni per classe.
In Lombardia, i dati del 2022-2023 evidenziano profonde disomogeneità, con medie al di sotto del limite previsto ma con situazioni molto diverse tra primarie e superiori. Il problema principale è il riferimento al datato Dpr 81 del 2009, che permette la formazione di classi anche con più di 30 alunni. Il calo demografico potrebbe portare all’aumento dei numeri di alunni per classe, poiché si tende ad accorpare le classi con meno alunni.
Altra problematica riguarda i percorsi personalizzati per gli studenti con bisogni educativi speciali e disturbi specifici dell’apprendimento, che non prevedono l’insegnante di sostegno. La soluzione sarebbe applicare la riduzione di alunni per classe prevista dalla Buona Scuola e dalla legge 107, che non è mai stata attuata. Classi sovraffollate non favoriscono l’apprendimento e possono contribuire alla dispersione scolastica.
Nonostante il calo demografico, l’Italia si trova di fronte al rischio di formare classi pollaio. Il dibattito è stato riaccende dal decreto che regola la formazione delle classi per il prossimo anno scolastico. La legge di bilancio 2022 ha previsto l’istituzione di classi in deroga per favorire il diritto all’istruzione anche per studenti svantaggiati. Tuttavia, sindacati e presidi denunciano il rischio di formare classi sovraffollate, andando così contro l’obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) di ridurre il numero di alunni per classe.
In Lombardia, i dati per l’anno scolastico 2022-2023 evidenziano profonde disomogeneità, con medie al di sotto del limite previsto, ma con situazioni molto diverse tra le scuole primarie e quelle superiori. Il problema principale risiede nel fatto che viene ancora fatto riferimento al datato Dpr 81 del 2009, il quale permette la formazione di classi con più di 30 alunni. Inoltre, il calo demografico potrebbe portare ad un aumento del numero di alunni per classe, in quanto si tende ad accorpare le classi con meno studenti.
Un’altra problematica riguarda i percorsi personalizzati per gli studenti con bisogni educativi speciali e disturbi specifici dell’apprendimento, i quali non prevedono l’insegnante di sostegno. La soluzione sarebbe applicare la riduzione del numero di alunni per classe prevista dalla riforma della Buona Scuola e dalla legge 107, che però non è mai stata attuata pienamente. Classi sovraffollate non favoriscono l’apprendimento e possono contribuire alla dispersione scolastica. È quindi fondamentale affrontare questa problematica per garantire un’istruzione di qualità a tutti gli studenti.