Roya Heshmati, una donna di 33 anni, ha recentemente suscitato scalpore dopo aver subito una terribile punizione nella Repubblica Islamica dell’Iran per non aver indossato l’hijab, il velo islamico. La giovane ha raccontato di aver ricevuto ben 74 frustate come castigo, definendo l’esperienza una “tortura medievale”. Nonostante ciò, ha deciso di condividere la sua storia con il resto del mondo per far luce su ciò che avviene nel suo paese.
Ma non è finita qui: Roya rischia una seconda condanna a 74 frustate in quanto ha rifiutato di indossare l’hijab anche durante la stessa punizione. Questo atto di sfida ha creato un vero e proprio dibattito sulla questione dell’hijab e sulle limitazioni imposte alle donne in Iran.
Oltre alla crudele punizione delle frustate, l’attivista è anche stata condannata a un anno di reclusione e le è stato proibito di lasciare il paese per ben tre anni. Un giudice aveva precedentemente suggerito a Roya di trasferirsi all’estero per cercare una vita migliore, ma lei ha rifiutato, ribadendo invece il suo impegno nella lotta contro il regime e per i diritti umani delle donne.
Roya non è l’unica donna ad aver subito pene severe a causa dell’hijab. Sfortunatamente, molte donne in Iran sono state vittime di abusi da parte della polizia morale solo perché non rispettavano l’obbligo dell’hijab. Alcune di loro, come Mahsa Amini e Armita Geravand, hanno persino perso la vita a causa delle percosse subite per non aver indossato correttamente il velo.
In un mondo in cui le donne lottano quotidianamente per la loro libertà, Nerges Mohammadi rappresenta un esempio di coraggio e determinazione. Premio Nobel per la Pace nel 2023, quest’anno ha purtroppo dovuto rinunciare a ritirare personalmente il suo premio in quanto incarcerata nella prigione di Evin in Iran. Il suo ritratto senza velo è stato esposto nel municipio di Oslo, con il volto in primo piano a evidenziare la sua lotta per i diritti delle donne.
La storia di Roya Heshmati e di altre donne come lei deve continuare a diffondersi per far luce sull’oppressione che molte donne affrontano quotidianamente. È fondamentale che il mondo si unisca nella difesa dei diritti umani e si opponga a queste ingiustizie. Solo così potremo sperare in un futuro migliore, in cui ogni individuo abbia la libertà di esprimersi e di vivere una vita senza paura.
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