Nagorno-Karabakh: i profughi armeni costretti a lasciare la regione mentre si dirigono ai posti di blocco
Fonte: ilfioreuomosolidale.org
Nei giorni scorsi, i profughi della minoranza cristiana armena nel Nagorno-Karabakh sono stati definitivamente scacciati dalle proprie case e si sono diretti verso i posti di blocco. I soldati azeri, nel frattempo, hanno preso di mira le case abbandonate dai cristiani armeni e hanno diffuso le immagini del loro ingresso in alcuni villaggi sperduti.
La situazione è estremamente preoccupante e il governo di Yerevan sta cercando di fornire supporto alle oltre 40.000 famiglie armeni che sono state costrette a lasciare le proprie case. In particolare, si teme per la sparizione dell’Artash, una regione armena che si trova all’interno del territorio azero.
Gayané Khodaveerdi, Segretaria dell’Unione degli Armeni e presidente dell’Armenian General Benevolent Union Milano, ha espresso grande preoccupazione per la situazione dei profughi armeni. Secondo Khodaveerdi, è fondamentale garantire loro assistenza immediata e protezione dagli abusi.
L’Armenia ha inoltre accusato il governo di Mosca di non aver fatto abbastanza per garantire la protezione della minoranza nel Nagorno-Karabakh e di non aver aperto il corridoio di Lachin per permettere l’arrivo di aiuti umanitari.
Intanto in Armenia, le proteste contro il governo di Nikol Pashinian continuano a crescere a seguito delle concessioni fatte a Baku durante il conflitto. La popolazione chiede le dimissioni del presidente, ritenendo che abbia tradito gli interessi della nazione.
I peacekeeper russi hanno chiesto al governo azero di garantire i diritti e la sicurezza degli armeni nel Nagorno-Karabakh, ma la situazione rimane incerta. Inoltre, il presidente Pashinian ha criticato il presunto doppio gioco di Mosca e ha chiesto spiegazioni sul motivo per cui non sia intervenuta prima dell’attacco dell’Azerbaigian.
Le manifestazioni in difesa del Nagorno-Karabakh stanno aumentando il rischio di caos e instabilità in Armenia, con il governo che cerca di gestire la situazione e mediare tra i separatisti e il governo azero. Tuttavia, non tutti confidano nel ruolo dei politici italiani come mediatori.
Le autorità di Stepanakert hanno accettato il cessate il fuoco proposto dalla Russia, ma i colloqui sono ancora in fase di discussione e non si sa se e quando la pace potrà essere raggiunta.
Alcuni profughi armeni temono di essere arrestati o subire rappresaglie e quindi potrebbero cercare di camuffarsi tra gli altri profughi, complicando ulteriormente la situazione di emergenza.
È evidente che molti armeni stanno lasciando la regione, riducendo al minimo la presenza armena nel Nagorno-Karabakh e gettando nuova luce sulle conseguenze di questo conflitto devastante.