Il gruppo di cybercriminali noto come Lockbit ha rivendicato l’attacco ransomware contro la società Westpole. L’attacco ha avuto conseguenze devastanti per Pa Digitale, un’azienda privata del gruppo Buffetti che fornisce servizi di gestione digitale a 1.300 enti della Pubblica Amministrazione italiana.
I pirati informatici sono riusciti a criptare i database di Westpole e hanno richiesto un riscatto in criptovalute per rilasciare i dati. Questo ha causato il blocco dei sistemi di rendicontazione delle buste paga e di fatturazione elettronica.
Fortunatamente, l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha assicurato che gli stipendi dei dipendenti saranno comunque pagati nonostante l’attacco. Tuttavia, l’infrastruttura di Westpole è stata seriamente compromessa e solo la metà dei servizi è stata ripristinata tramite backup. L’altra metà potrebbe non essere recuperabile.
È importante sottolineare che questo non è il primo attacco subito da istituzioni italiane da parte di pirati informatici russi. Questi attacchi hanno portato sia Westpole che Pa Digitale a presentare denuncia alla Polizia postale e ad avvertire il Garante della privacy.
Inizialmente si temeva che i pagamenti degli stipendi dovranno essere posticipati fino a gennaio a causa dell’attacco, ma l’Agenzia per la cybersicurezza è riuscita a risolvere la situazione tempestivamente.
L’attacco ransomware ha messo in evidenza l’importanza di potenziare le misure di sicurezza cibernetica per proteggere le istituzioni da futuri attacchi. Sia Westpole che Pa Digitale dovranno ora fare i conti con le conseguenze di questo attacco e cercare di ripristinare completamente i propri servizi.
Il gruppo Lockbit ha dimostrato ancora una volta la sua pericolosità e la necessità di unire le forze tra istituzioni pubbliche e private per affrontare questa minaccia crescente. Il Garante della privacy e le forze dell’ordine dovranno lavorare a stretto contatto per individuare i responsabili di questo attacco e garantire che vengano presi adeguati provvedimenti.