Gli Stati Uniti continuano a inviare un messaggio forte all’Iran, con l’invio di una seconda portaerei e il raddoppio dei caccia nella regione. Il segretario di Stato, Antony Blinken, ha sottolineato che questa non è una provocazione, ma un deterrente per evitare un’espansione del conflitto o un aumento dell’aggressione nei confronti di Israele.
L’Iran ha risposto attraverso i suoi alleati statunitensi e l’inviato dell’ONU per il Medio Oriente, affermando che interverranno se l’attacco di Israele a Gaza dovesse continuare. Ministri iraniani hanno anche avvertito che se Israele decidesse di entrare a Gaza, le forze di occupazione diventerebbero un camposanto e gli Stati Uniti subirebbero danni significativi.
I generali statunitensi esprimono preoccupazione per un possibile coinvolgimento dell’America nel conflitto. Blinken ha quindi contattato il suo omologo cinese chiedendo il suo aiuto per de-escalare la situazione. La Cina ha criticato le azioni di Israele, affermando che dovrebbero ascoltare gli appelli della comunità internazionale e fermare la punizione collettiva del popolo di Gaza.
Blinken è tornato in Israele per condividere ciò che ha appreso durante le sue visite nei paesi arabi e per discutere su come portare aiuti ai palestinesi a Gaza. Gli sforzi diplomatici statunitensi si concentrano sul rilascio degli ostaggi in mano a Hamas e sulla creazione di corridoi umanitari per Gaza.
L’amministrazione statunitense ha chiarito di non porre limiti al diritto di Israele di difendersi, ma si impegna a proteggere i palestinesi innocenti. Nel frattempo, si discute la possibilità di una visita del presidente Biden in Israele questa settimana, al fine di sostenere i delicati sforzi diplomatici in corso.
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