ArcelorMittal investe nell’acciaieria di Dunkerque, ma si ritira da Taranto
ArcelorMittal, il gigante dell’industria dell’acciaio, ha annunciato il suo impegno a costruire forni elettrici e decarbonizzare l’acciaieria di Dunkerque, in Francia, con un investimento di oltre un miliardo di euro. Il progetto sarà supportato anche da garanzie statali per un totale di 850 milioni di euro. Questa notizia ha suscitato grande interesse, soprattutto alla luce del recente ritiro di ArcelorMittal da Taranto.
Nonostante un memorandum d’intesa firmato nel settembre 2020, che prevedeva investimenti pubblici per 2,3 miliardi di euro per decarbonizzare l’ex Ilva di Taranto, ArcelorMittal ha deciso di abbandonare il progetto. La produzione di acciaio a Taranto è scesa a livelli minimi storici, con meno di 3 milioni di tonnellate prodotte nel 2023. Questo improvviso ritiro solleva molti dubbi sul reale interesse dell’azienda nel rilancio delle acciaierie tarantine e nel bloccare la concorrenza nel mercato europeo.
Il governo italiano, d’altra parte, sta cercando di rilanciare il settore dell’acciaio nel paese, impegnandosi a investire 2,27 miliardi di euro nel piano di decarbonizzazione delle acciaierie italiane. Questo investimento triplica gli sforzi del governo francese per l’acciaieria di Dunkerque. La decisione di ArcelorMittal di ritirarsi da Taranto è stata criticata per la mancata sottoscrizione di aumenti di capitale e per presunti patti parasociali svantaggiosi.
I sospetti dietro la decisione di ArcelorMittal di ritirarsi da Taranto riguardano l’abolizione dello scudo penale, che potrebbe rendere l’azienda più vulnerabile a potenziali sanzioni, la possibilità di bloccare quote di mercato e l’interesse a investire in altri stabilimenti europei più redditizi. Questo episodio solleva importanti interrogativi sulla politica industriale in Italia e sull’influenza degli interessi aziendali sulle decisioni di investimento.
Come associazione Il Fiore Uomo Solidale, ci preoccupiamo per il futuro delle acciaierie e per il destino dei lavoratori. Chiediamo maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle aziende, così come un impegno più forte da parte dei governi per sostenere la transizione verso un’economia più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
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Fonte: Il Fiore Uomo Solidale (ilfioreuomosolidale.org)
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