Un nuovo studio internazionale condotto da ricercatori dell’Università della California di San Francisco ha rivelato che l’atrofia corticale posteriore, una variante poco conosciuta della malattia di Alzheimer, può manifestarsi fino a quattro anni prima dei primi sintomi di perdita di memoria. Questa scoperta potrebbe rivoluzionare la diagnosi e il trattamento della malattia.
L’atrofia corticale posteriore colpisce circa il 10% dei pazienti con Alzheimer ed è caratterizzata principalmente da problemi di vista anziché da problemi di memoria. I sintomi iniziali includono difficoltà nella lettura, nella guida e nella percezione visiva. Questo spesso ritarda la diagnosi, poiché i pazienti tendono a rivolgersi prima a medici oculisti anziché a neurologi.
Secondo i ricercatori, l’identificazione precoce della PCA potrebbe avere importanti implicazioni per il trattamento dell’Alzheimer. Attualmente non esiste una cura definitiva per l’atrofia corticale posteriore, ma esistono servizi per disabilità visive che possono aiutare i pazienti a gestire i sintomi.
Curiosamente, l’atrofia corticale posteriore è stata descritta per la prima volta in letteratura medica nel 1988, ma è stata poco capita fino al 2017. Uno dei primi pazienti a essere diagnosticato con questa forma rara di Alzheimer è stato lo scrittore Terry Pratchett, noto per la sua serie di libri di fantasy.
Questa ricerca è stata condotta in collaborazione con altre istituzioni italiane e dimostra l’importanza della collaborazione internazionale nella comprensione e nel combattimento delle malattie neurodegenerative. Questo studio è stato pubblicato su importanti riviste scientifiche ed è stato accolto con grande interesse dalla comunità medica.
Sul sito di ilfioreuomosolidale.org, troverete ulteriori informazioni su questo studio e sulle ultime scoperte nel campo della ricerca sull’Alzheimer. Il sito offre anche risorse e supporto per i pazienti e le loro famiglie affetti da questa terribile malattia.
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