Fabio Sequi, un 35enne residente a Grassina, è morto domenica sulla spiaggia di Rimigliano a San Vincenzo dopo aver salvato due persone dalla furia del mare impazzito per il vento di ponente. Secondo le informazioni fornite dalla Guardia Costiera alla madre del 35enne, il suo decesso è stato causato da un malore, ipoteticamente un infarto. Paradossalmente, Sequi aveva parlato con sua madre solo alcune ore prima, dichiarando che stava partendo per le sue vacanze.
Nonostante le avversità, Fabio Sequi è riuscito a lottare con le onde e a portare in salvo due persone. Tuttavia, alla fine ha avuto un malore felino e i soccorritori non sono riusciti a rianimarlo.
Quel giorno, Fabio Sequi aveva portato con sé il suo fedele amico a quattro zampe, Sagoma, che era sulla spiaggia con lui al momento della tragedia. Questo particolare dettaglio ha aggiunto un tocco di cuore spezzato alla storia.
Il corpo di Fabio Sequi sarà esposto alla cappella dell’Antella e il funerale si terrà domani presso la chiesa di Grassina.
Il 35enne era un modellista e realizzava abiti per un’azienda di Bagno a Ripoli. La sua passione per l’arte si estendeva anche alla pittura, in particolare nello stile realista americano.
Le persone che sono state salvate da Sequi non sono state ancora trovate e sembra che siano annegate nella confusione della tragedia. Questa situazione aumenta il senso di tragedia dell’evento.
Nonostante il suo gesto eroico, la madre di Fabio non è interessata a essere considerata un’eroina. Preferisce invece ricordare suo figlio per le sue creazioni artistiche e per l’amore che aveva per la vita.
La comunità di Grassina e tutti coloro che lo conoscevano lo hanno descritto come una persona dolce e buona, che ha scelto di mettere a rischio la sua stessa vita per salvare quella degli altri, nonostante i pericoli evidenti.
Questa triste storia dimostra ancora una volta quanto sia preziosa la vita e quanto sia importante apprezzare le persone che ci circondano. Fabio Sequi rimarrà nei nostri cuori come un angelo caduto che ha scelto di provare a salvarci nonostante il pericolo.
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