Sabato mattina, i miliziani di Hamas hanno fatto irruzione in una celebrazione all’aperto vicino al kibbutz di Urim, a 15 chilometri dalla Striscia di Gaza. Questo atto di violenza ha scosso la tranquillità di una delle comunità agricole più antiche di Israele.
I kibbutz sono comunità agricole a gestione collettiva nate in Palestina e diffuse in Israele dopo la sua fondazione nel 1948. Questo movimento ha dato vita a una nuova forma di vita condivisa, basata sull’uguaglianza e sulla condivisione dei frutti del lavoro.
Il primo kibbutz, chiamato Degania, è stato fondato nel 1909 vicino al Monte Ehilam, nei pressi del lago di Tiberiade. Inizialmente, gli abitanti dei kibbutz vivevano in condizioni di estrema povertà, ma nonostante ciò erano felici di lavorare la terra insieme e di condividere tutto ciò che avevano.
Originariamente, i kibbutz erano comunità di agricoltori che condividevano i frutti del loro lavoro senza percepire denaro. L’obiettivo principale era quello di creare una società basata sull’uguaglianza, in cui tutti contribuivano al bene comune.
Oggi, i membri dei kibbutz lavorano principalmente nei campi o nelle fabbriche interne e ricevono lo stesso stipendio. I guadagni dei membri vengono reinvestiti nella comunità per garantire servizi come cure mediche e infrastrutture moderne.
In passato, i bambini venivano allevati insieme da membri incaricati e non crescevano con i propri genitori. Questa pratica mirava a creare un senso di comunità e a sviluppare valori di condivisione e collaborazione.
Attualmente, lo stile di vita nei kibbutz è più moderno, ma le tradizioni sono ancora importanti. Le celebrazioni comunitarie sono un momento di gioia e festa per tutti, un’occasione per rafforzare i legami tra i membri e ricordare l’importanza della solidarietà.
L’irruzione di sabato mattina ha ricordato a tutti che la pace è fragile e che ci sono ancora sfide da affrontare nella regione. Tuttavia, i membri del kibbutz di Urim hanno dimostrato una grande resilienza e determinazione nel continuare a vivere secondo i valori della solidarietà e dell’uguaglianza. Speriamo che presto possano tornare a celebrare senza paura e che la pace possa finalmente affermarsi nella regione.
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