In Italia, solo 10 regioni hanno avviato il programma di screening per l’epatite C entro la fine del 2022. Tra queste, l’Emilia-Romagna è la regione che ha effettuato lo screening su un numero maggiore di persone. L’Associazione EpaC ha sollecitato il Ministro della Salute affinché inserisca una proroga per lo screening HCV nella prossima manovra finanziaria.
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel mondo ci sono circa 58 milioni di persone affette da infezione cronica da HCV. L’OMS ha dichiarato guerra a questa infezione e propone di eradicarla entro il 2030.
In Italia, il programma di screening per l’epatite C è iniziato per le classi di età comprese tra il 1969 e il 1989 e per alcune popolazioni a rischio. Tuttavia, alcune regioni italiane si trovano bloccate nella definizione dei procedimenti burocratici necessari per avviare lo screening.
È importante sottolineare che il 31 dicembre 2023 lo screening per l’epatite C dovrà terminare, a meno che non venga concessa una proroga. Si stima che in Italia circa 10.000 persone abbiano contratto il virus dell’epatite Delta, una delle forme più aggressive e impattanti di epatite virale.
L’Associazione EpaC ha inoltre chiesto una proroga per lo screening dell’epatite C e l’attivazione dello screening per l’epatite Delta. È fondamentale lavorare sull’educazione e l’empowerment della popolazione per migliorare l’adesione allo screening.
L’infezione da HCV si trasmette attraverso il contatto diretto con sangue contaminato. A questo proposito, solo 11 regioni italiane hanno inviato i dati sull’attività di screening nel primo semestre del 2023.
Al fine di affrontare efficacemente l’epidemia di epatite C e Delta, è essenziale migliorare la raccolta dei dati epidemiologici sull’epatite Delta e rafforzare la sorveglianza nelle popolazioni a rischio.
Questo articolo è stato pubblicato in collaborazione con il sito ilfioreuomosolidale.org, che si impegna nella diffusione di informazioni sulla salute e sulle malattie infettive.
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