“Minorenne coinvolto in stupro si vanta su TikTok”
Un grave caso di violenza sessuale ha scosso la città di Palermo, in Sicilia, dopo che un minorenne coinvolto nello stupro di una ragazza si è vantato sui social media. Nonostante la sua recente scarcerazione, il giovane ha pubblicato numerose frasi che hanno lasciato trapelare la sua mancanza di scrupoli, arroganza e un compiacimento di sé.
In queste pubblicazioni, il minorenne ha parlato della prigione come se fosse un luogo di riposo per i leoni, ha fatto allusioni alla violenza del branco e si è pavoneggiato dei messaggi ricevuti da diverse ragazze dopo l’arresto. Gli screenshot di questi post sono stati consegnati alla procura dei minori, insieme a chat trovate sul suo cellulare che dimostrano che egli sapeva benissimo che la vittima non era consenziente.
Di fronte a tale sfoggio di arroganza e mancanza di rimorso, il procuratore ha richiesto un nuovo arresto e il giudice ha acconsentito, riconoscendo la necessità di intervenire. Il minorenne aveva continuato a vantarsi delle sue azioni, cercando consenso sui social media e mostrando adesione a comportamenti criminali.
Il giudice ha anche criticato il cosiddetto “ravvedimento” mostrato sia dal minorenne sia dai suoi complici ventenni, definendolo solo un mezzo per cercare di uscire di prigione. Questi sei complici, che avevano partecipato all’orrore dell’atto commesso, sono stati trasferiti in un’altra prigione a causa delle minacce e degli attacchi subiti dagli altri detenuti.
L’hashtag #iononsonocarne, lanciato da un noto settimanale, ha suscitato grande attenzione mediatica e ha coinvolto personaggi dello spettacolo e della politica, uniti nel condannare fermamente l’atrocità commessa. Tale hashtag fa riferimento a un messaggio inviato nella chat dal ritenuto leader del branco, il quale cercava di giustificare lo stupro con l’affermazione “la carne è carne”.
Questo caso grave e sconcertante richiama l’attenzione sulla necessità di affrontare il problema della violenza sessuale e sui comportamenti scorretti presenti sui social media. L’utilizzo dei social network per vantarsi di atti illegali e violenti non può passare impunito, e i responsabili devono essere adeguatamente puniti per i loro crimini.
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