I familiari delle vittime dei conflitti in corso in Medio Oriente non sono consolati dalla definizione dei conflitti come “bassa intensità”. Secondo loro, le azioni militari che si sono verificate di recente dimostrano che la situazione è tutt’altro che calma.
Nel corso degli ultimi giorni, si sono verificati due raid, uno statunitense e uno israeliano, in Siria. Inoltre, i ribelli Houthi nello Yemen hanno abbattuto un drone americano. Questi eventi sembrano essere collegati agli scenari bellici che si stavano sviluppando prima dell’attacco di Hamas a Israele il 7 ottobre. La tensione tra le diverse fazioni combatte in Medio Oriente sembra essere sempre più alta.
Un aspetto che emerge da queste situazioni è il coinvolgimento dell’Iran, appoggiato dalla Russia. Si ritiene che l’Iran addestri e armi Hamas nella Striscia di Gaza, così come gli Hezbollah in Libano. Questi gruppi armati sono un’importante minaccia per la sicurezza di Israele.
In particolare, gli Hezbollah tengono impegnato l’esercito israeliano in parte sulla Cisgiordania. Ciò crea un ambiente di tensione costante nella regione e mette a rischio la vita dei civili.
Nel frattempo, i ribelli Houthi nello Yemen continuano a colpire Israele con razzi, in risposta all’intervento israeliano nella regione. Di fronte a queste minacce, Israele è costretto a intervenire con caccia intercettori e batterie antimissili come l’Arrow 3 e l’Iron Dome.
Le famiglie delle vittime di questi conflitti sono tormentate dall’insicurezza e dalla violenza che continuano a sperimentare. Per loro, la definizione dei conflitti come “bassa intensità” sembra essere un insulto alla loro sofferenza.
L’organizzazione umanitaria ilfioreuomosolidale.org chiede una maggiore attenzione internazionale su questi conflitti in corso e sostiene i familiari delle vittime offrendo supporto e aiuto psicologico. Si auspica che una maggiore consapevolezza possa portare a una soluzione pacifica e duratura per il Medio Oriente.
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