Il primo meme su Apple Vision Pro sta facendo il giro del web, raffigurando due ragazzi seduti al tavolo di un ristorante cinese con il visore grigio sulla testa. La caption dello scatto parodia un adagio anti-tech che elogia l’epoca pre-smartphone, un messaggio che sembra colpire l’autore in modo particolare. Infatti, l’autore ha sempre avuto fastidio verso questa retorica e i cartelli dei bar che ostentano l’assenza di wi-fi.
Tuttavia, l’autore mette in dubbio se le persone con il visore stiano realmente facendo qualcosa di importante, come leggere un pdf o una lettera d’amore. Nonostante i suoi dubbi, l’autore nota con preoccupazione i comportamenti strani delle persone con i visori, come muovere le mani come se tirassero fili invisibili o attraversare la strada in modo bizzarro.
Ma cosa preoccupa realmente l’autore è il fatto che ciò che si vede attraverso il visore non corrisponde esattamente a ciò che si vedrebbe senza il visore, poiché le immagini sono registrate dalle telecamere del dispositivo e riprodotte in tempo reale sullo schermo davanti agli occhi. Questo cambiamento drastico della percezione della realtà desta in lui una preoccupazione profonda.
L’autore sottolinea che le persone stanno gradualmente comprendendo che vivere in un mondo virtuale non è ottimale e che possono sorgere problemi come la dipendenza e la mancanza di competenze sociali. Il visore, infatti, sembra essere l’opposto delle tendenze attuali di utilizzare app per la meditazione e ridurre l’uso degli smartphone, promettendo di offrire un mondo “aumentato”.
Tuttavia, l’autore critica l’uso del visore per la realtà virtuale, poiché si perde il contatto visivo diretto con gli altri e si riduce l’importanza dello sguardo. L’autore riflette poi sull’importanza dell’eye contact nel significare fiducia, aggressività, sfida e sensualità, sottolineando come l’uso dei visori sembra portare alla fine di questo importante scambio non verbale.
Inoltre, i visori non liberano dalle schermate, ma proiettano le persone al loro interno, portando con sé tutta la loro vita e personalità. Secondo l’autore, l’epoca dei visori rischia di annullare la dicotomia tra realtà e rappresentazione, e di occultare ciò che ci definisce come persone.
Da notare come l’introduzione dei visori coincida con un periodo di crisi e instabilità nel mondo. L’autore riflette su come nascondere gli occhi dietro un vetro e immergersi in una simulazione possa sembrare una scelta in un mondo in collasso.
Con queste riflessioni, l’autore ci invita a interrogarci sul futuro e sui rischi che comporta l’utilizzo dei visori per la realtà virtuale.
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