Si è appena concluso il quindicesimo vertice BRICS, che si è tenuto in Sudafrica con l’obiettivo di rafforzare l’alleanza tra le economie emergenti. Il summit ha visto la partecipazione dei leader di Brasile, Cina, India, Sudafrica e Russia, rappresentata dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov. La particolarità di questo vertice è stata l’invito di leader di molti Paesi asiatici, africani e mediorientali, con ben 40 Paesi interessati ad entrare nel gruppo BRICS.
Nonostante l’obiettivo comune di contrastare l’influenza dell’Occidente, i Paesi BRICS presentano delle divergenze nei loro interessi e obiettivi. La Cina, ad esempio, aspira ad estendere la propria influenza per competere con gli Stati Uniti, mentre il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, adotta una posizione più cauta. Anche l’India cerca di mantenere un’impronta geo-economica nel gruppo BRICS senza farsi coinvolgere in rivalità geopolitiche.
Durante il vertice è stata discusso anche l’idea di una nuova moneta comune per opporsi a dollaro, euro e yen, ma si tratta di un obiettivo difficile da realizzare. Le comunicazioni ufficiali mirano a una “Multipolarità, libertà economica” e a un “nuovo ordine finanziario mondiale improntato a correttezza ed equità”.
L’importanza di tale vertice risiede nella ricerca di un maggiore equilibrio nei rapporti internazionali e nella volontà di creare un gruppo coeso e unito per contrastare le economie dominanti. Il BRICS rappresenta una valida alternativa all’Occidente e aspira a diventare una forza economica e politica di primo piano nel panorama mondiale. La prossima sfida per il gruppo BRICS sarà quella di affrontare le varie sfide che si presenteranno nel corso del prossimo anno e di consolidare ulteriormente la loro alleanza. Ambiziosi obiettivi che, se raggiunti, potranno contribuire positivamente alla crescita di queste economie emergenti e all’instaurarsi di un nuovo equilibrio nel panorama internazionale.
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