Il governo Meloni esclude un nuovo taglio delle accise sulla benzina nonostante un provvedimento del decreto Trasparenza carburanti adottato sette mesi fa che prevede una riduzione delle imposte in caso di aumento dei prezzi della materia prima.
L’extra gettito incassato dallo Stato grazie all’aumento del prezzo della benzina è importante per finanziare la prossima legge di Bilancio, che richiede almeno 20 miliardi di coperture.
Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, afferma che ripristinare lo sconto introdotto da Draghi nel 2022 sarebbe troppo costoso e che le risorse verranno utilizzate per il taglio del cuneo fiscale, i salari più bassi e le famiglie numerose.
Tuttavia, la soglia oltre la quale si attiva l’accisa mobile si sta avvicinando, e il governo dovrà decidere se mantenere gli impegni presi o continuare a incassare risorse a spese degli automobilisti.
Il caro benzina è stato uno dei primi problemi di Meloni, che ha scelto di non rifinanziare la riduzione dell’accisa sulla benzina nella sua prima manovra economica.
È stato quindi introdotto un decreto che obbliga i benzinai a esporre il prezzo medio nazionale dei carburanti e prevede la creazione di un’app pubblica per confrontare le cifre, ma queste misure si sono rivelate inefficaci nel prevenire gli aumenti dei prezzi.
Un’altra norma prevista dal decreto prevede che in caso di forti rialzi dei prezzi dei carburanti, il ministero dell’Economia può compensare le maggiori entrate IVA con una revisione al ribasso delle accise.
Le quotazioni medie del petrolio sono in costante crescita e potrebbero facilmente superare il valore di riferimento indicato nell’ultimo Documento di economia e finanza.
Se il mercato continuerà a muoversi nella direzione attuale, spetterà al ministero guidato da Giancarlo Giorgetti decidere come agire, e Meloni dovrà spiegare la sua scelta agli elettori.
La presidente del Consiglio aveva precedentemente garantito che se il prezzo della benzina superasse una certa soglia, lo Stato avrebbe utilizzato l’extra gettito per abbassare il prezzo.
Il governo Meloni è sotto il fuoco delle critiche per la decisione di escludere un nuovo taglio delle accise sulla benzina nonostante il provvedimento del decreto Trasparenza carburanti adottato sette mesi fa. Alcune misure erano state introdotte per ridurre le imposte in caso di aumento dei prezzi della materia prima, ma sembra che tali provvedimenti siano stati accantonati per finanziare la prossima legge di Bilancio. Questa decisione non è stata ben accolta dagli automobilisti, che si trovano a pagare prezzi sempre più alti alla pompa.
Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha difeso la scelta del governo, affermando che ripristinare lo sconto introdotto da Draghi nel 2022 sarebbe troppo costoso. Le risorse, secondo il ministro, verranno invece utilizzate per il taglio del cuneo fiscale, per aumentare i salari più bassi e per sostenere le famiglie numerose.
Tuttavia, la soglia oltre la quale si attiva l’accisa mobile si sta avvicinando, e il governo dovrà prendere una decisione importante: mantenere gli impegni presi o continuare ad incassare risorse a spese degli automobilisti. Il caro benzina è stato uno dei primi problemi affrontati da Meloni, che ha scelto di non rifinanziare la riduzione dell’accisa sulla benzina nella sua prima manovra economica. Al fine di affrontare questa situazione, è stato introdotto un decreto che obbliga i benzinai ad esporre il prezzo medio nazionale dei carburanti e prevede la creazione di un’app pubblica per confrontare le cifre. Tuttavia, tali misure si sono rivelate inefficaci nel prevenire gli aumenti dei prezzi della benzina.
Un’altra norma prevista dal decreto prevede che in caso di forti rialzi dei prezzi dei carburanti, il ministero dell’Economia può compensare le maggiori entrate IVA con una revisione al ribasso delle accise. Le quotazioni medie del petrolio sono in costante crescita e potrebbero facilmente superare il valore di riferimento indicato nell’ultimo Documento di economia e finanza. Se il mercato continuerà a muoversi nella stessa direzione, il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti dovrà decidere come agire, e Meloni dovrà spiegare la sua scelta agli elettori. La presidente del Consiglio aveva precedentemente promesso che se il prezzo della benzina superasse una certa soglia, lo Stato avrebbe utilizzato l’extra gettito per abbassare il prezzo. Tuttavia, sembra che questa promessa non venga mantenuta, suscitando ulteriori critiche verso il governo Meloni.
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