– In soli due mesi e mezzo, l’Agenzia delle Entrate ha chiuso forzatamente 2.200 partite IVA, con altre 500 aziende, che hanno emesso fatture per un valore di 2 miliardi di euro, sotto la lente d’ingrandimento.
– L’Agenzia delle Entrate sta intensificando i controlli sulle partite IVA “apri e chiudi”, spesso utilizzate a fini fraudolenti, così come sulle partite IVA inattive da troppo tempo.
– Alla data del 31 luglio, l’Agenzia delle Entrate ha individuato 800.000 partite IVA inattive da tre anni e presto questi contribuenti riceveranno un avviso di chiusura preliminare.
– Secondo il Testo Unico delle Imposte sui Redditi, queste chiusure hanno lo scopo di riordinare il sistema, poiché si richiede la cessazione di una partita IVA se l’azienda non ha presentato dichiarazioni IVA o dichiarazioni dei redditi negli ultimi tre anni (2019, 2020 e 2021).
– Entro 60 giorni dalla ricezione dell’avviso dell’Agenzia delle Entrate, i contribuenti possono fornire spiegazioni e potenzialmente evitare la cessazione della loro partita IVA.
– La situazione è diversa per le aziende e i professionisti che aprono e chiudono le loro attività, spesso prima di dover pagare le tasse. L’ultima Legge di Bilancio ha fornito nuovi strumenti di controllo all’Agenzia delle Entrate e queste misure sembrano funzionare.
– La chiusura automatica si applica ora alle partite IVA caratterizzate da “evasione fiscale e inosservanza grave e/o sistematica” in attività che terminano dopo un breve periodo di tempo.
– In questi casi, non c’è scampo. Coloro le cui partite IVA vengono chiuse possono richiederne una nuova fornendo una garanzia triennale di almeno 50.000 euro, o una quantità basata sulle violazioni commesse.
– A metà maggio, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha definito i criteri per l’identificazione delle partite IVA “apri e chiudi” da sottoporre a controllo. A seguito di questi controlli, 1.200 partite IVA sono state chiuse forzatamente in poche settimane, con Lombardia (359) e Lazio (254) che rappresentano la metà delle chiusure, seguiti da Campania (166), Toscana e Veneto (105), molte delle quali appartenenti a cittadini stranieri.
– Inoltre, incrociando i criteri dei nuovi controlli con altre informazioni, sono stati individuati ulteriori 500 partite IVA aperte nel 2021 e nel 2022 che vengono attualmente analizzate. Queste aziende presentano anomalie soggettive e svolgono transazioni economiche significative. Le fatture attualmente in verifica ammontano a 2 miliardi di euro, con una media di 4 milioni di euro per partita IVA.
– Questi controlli si aggiungono a quelli avviati nel 2020 per contrastare le “società di carta”, che non svolgono alcuna attività e emettono false fatture, generando crediti inesistenti utilizzati successivamente per frodare le autorità fiscali. Da allora sono stati individuati 348 casi, che coinvolgono fatture false per un totale di 2,8 miliardi di euro.
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