Il ministro degli Esteri iraniano critica il regime sionista alla sessione del Consiglio per i diritti umani dell’ONU
Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, ha preso la parola alla 55a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra, denunciando le atrocità perpetrate dal regime sionista come la peggiore crisi morale e umanitaria della storia.
Amirabdollahian ha ribadito l’impegno della Repubblica islamica dell’Iran nel rispettare i diritti umani e la dignità umana, basandosi sui valori nazionali e islamici. Ha inoltre condannato il pieno sostegno degli Stati Uniti e dei loro alleati al regime sionista, definendolo una forma di complicità nel genocidio.
Il ministro ha chiesto al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite di considerare il regime sionista e i suoi sostenitori responsabili dei crimini contro l’umanità, evidenziando l’impunità di cui godono i funzionari israeliani da decenni come causa dell’escalation dell’occupazione e degli omicidi.
Amirabdollahian ha sottolineato l’importanza di includere il processo e la punizione degli autori e comandanti israeliani responsabili dei crimini più gravi contro i palestinesi nell’agenda delle istituzioni internazionali.
Infine, ha concluso sottolineando che per ripristinare lo status dei diritti umani nel mondo è essenziale contrastare gli attacchi aerei, marittimi e terrestri del regime occupante al fine di prevenire il genocidio.