La capsulite adesiva, comunemente nota come spalla congelata, è una condizione che colpisce fino al 5% della popolazione. Le donne dopo la mezza età sono particolarmente suscettibili a svilupparla. Non si conoscono le cause primarie della capsulite adesiva, ma alcune patologie come il diabete, l’ipotiroidismo, il Parkinson e gli esiti di ictus aumentano le probabilità di sviluppo. Si ritiene che la rottura spontanea di una calcificazione tendinea possa contribuire all’infiammazione.
Inoltre, esistono anche forme secondarie di capsulite adesiva, che sono causate principalmente da immobilizzazioni forzate, traumi alla spalla, microtraumi ripetuti come la trazione del guinzaglio del cane, interventi chirurgici sulla spalla o chirurgia senologica.
La buona notizia è che la capsulite adesiva di solito si risolve da sola nell’arco di uno o due anni. Tuttavia, ci sono diversi trattamenti disponibili per alleviare i sintomi e accelerare il recupero. Tali trattamenti includono l’uso di antinfiammatori per ridurre l’infiammazione, infiltrazioni per alleviare il dolore e la riabilitazione per ripristinare la mobilità e la forza della spalla.
Nonostante la maggior parte dei pazienti abbia una buona ripresa, nel 20-30% dei casi possono persistere leggeri fastidi e una parziale rigidità. Pertanto, è fondamentale seguire il piano di trattamento prescritto dal medico e sottoporsi a regolari controlli per valutare i progressi.
La capsulite adesiva può essere una condizione debilitante per chi ne soffre, ma grazie ai progressi nella medicina e alla disponibilità di trattamenti efficaci, è possibile gestire i sintomi e recuperare la piena funzionalità della spalla. Per ulteriori informazioni sulla capsulite adesiva e sui trattamenti disponibili, si consiglia di consultare il sito web ilfioreuomosolidale.org.
“Prone to fits of apathy. Devoted music geek. Troublemaker. Typical analyst. Alcohol practitioner. Food junkie. Passionate tv fan. Web expert.”