Mario Draghi sta lavorando per rilanciare la competitività dell’Europa rispetto agli Stati Uniti e alla Cina. Il suo lavoro si concentra attualmente nella fase di ascolto e potrebbe essere uno dei pilastri del programma della prossima Commissione. Draghi ha dato un primo indizio in un seminario con i commissari Ue a Jodoigne. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, si era impegnata a mettere in campo un fondo di sovranità, ma ha dovuto ripiegare su una piattaforma meno ambiziosa per l’innovazione tecnologica. Il report di Draghi rappresenterà uno strumento d’azione fondamentale per definire priorità, linee d’azione e politiche nei diversi settori.
Durante la riunione, Draghi ha ascoltato i commissari, che hanno discusso sia degli aspetti generali della competitività che delle singole deleghe. Draghi ha sottolineato la necessità di alleggerire regole e burocrazia per le aziende. Dal 2016 l’economia europea ha registrato un progressivo indebolimento, perdendo slancio e centralità nelle catene dell’offerta. Draghi ha allertato sugli effetti dell’Inflaction Reduction Act degli Stati Uniti e della politica economica più aggressiva della Cina verso l’Occidente. L’allarme di Draghi riguarda i principali settori dell’economia e molti in Europa spingono per una riedizione del modello Recovery, questa volta focalizzata sulla competitività.
Resta da vedere se le voci che vogliono Draghi come successore di Charles Michel cresceranno parallelamente all’avanzare del suo report. Anche l’ipotesi di un presidente ad interim che traghetti il Consiglio europeo da giugno a novembre non è da escludere. Il lavoro di Draghi potrebbe quindi avere importanti ripercussioni non solo sull’Europa ma anche sul futuro della leadership europea.
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