Il fronte sciita intensifica la retorica contro Israele dopo gli attentati a Beirut e Kerman.
Il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, promette una risposta all’omicidio di Arouri.
Il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, promette vendetta e invoca la fine dello Stato di Israele.
Il fronte sciita si fa sentire con forza dopo gli attentati a Beirut e Kerman. La retorica contro Israele si intensifica, con il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, che promette una risposta all’omicidio di Arouri. Anche il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, si unisce al coro delle minacce, promettendo vendetta e invocando la fine dello Stato di Israele.
La situazione suscita preoccupazione anche negli Stati Uniti, che cercano di favorire una de-escalation inviando Antony Blinken in Turchia. Il segretario di Stato si incontra con vari leader regionali per discutere dell’escalation del conflitto e riprendere i canali diplomatici.
Nasrallah avverte che il Libano meridionale sarร il prossimo a cadere dopo Gaza, aumentando ulteriormente le tensioni nella regione. Nel frattempo, Raisi accusa gli Stati Uniti e Israele di aver “creato il Califfato” e promette la fine del regime sionista.
Oltre a seguire gli sviluppi in Libano e Iran, gli Stati Uniti monitorano anche le milizie filo-iraniane in Iraq e gli Houthi. In Iraq, un premier sostenuto da Teheran si impegna a porre fine alla presenza della coalizione internazionale anti-jihadista guidata dagli Stati Uniti, un ulteriore ostacolo per gli sforzi di stabilizzazione della regione.
Nel frattempo, si riflette sul futuro governo della Striscia di Gaza e sul possibile trasferimento degli sfollati. Mentre la comunitร internazionale cerca soluzioni pacifiche e di de-escalation, il dialogo rimane fondamentale per evitare un’ulteriore escalation del conflitto e per garantire la sicurezza e la stabilitร nella regione.
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