I ministri delle Finanze dei 27 Paesi dell’UE hanno concluso un negoziato notturno senza accordo sulla riforma del Patto di stabilità e crescita. Francia, Germania e Italia, con la mediazione della Spagna, hanno trovato un compromesso che accorda una flessibilità temporanea ai Paesi altamente indebitati e sotto procedura per deficit eccessivo. La Commissione europea terrà conto della spesa per interessi nel calcolare l’aggiustamento del deficit per gli anni 2025, 2026 e 2027. La riforma è più complessa e tedesca rispetto alla proposta originale della Commissione Ue. I Paesi frugali, come l’Olanda, hanno ancora dei dubbi e Berlino dovrà convincerli. Il compromesso prevede un piano di risanamento della spesa pubblica netta per i Paesi con un debito/Pil superiore al 60%, che potrebbe durare fino a 7 anni. I Paesi con un deficit superiore al 3% del Pil dovranno rientrare automaticamente dello 0,5% all’anno. I Paesi con un rapporto debito/Pil superiore al 90% dovranno ridurre il debito dell’1% all’anno, mentre quelli sotto quella soglia dello 0,5%. I Paesi altamente indebitati dovranno garantire un cuscinetto per le situazioni di crisi. L’Italia ha ottenuto l’approvazione delle modifiche al proprio Piano di ripresa e resilienza da parte dell’Ecofin.
Gli ultimi sviluppi sulla riforma del Patto di stabilità e crescita dell’Unione Europea hanno destato grande attenzione tra i ministri delle finanze dei 27 Paesi membri. Dopo un negoziato notturno, però, non è stato raggiunto un accordo definitivo.
Tuttavia, Francia, Germania e Italia sono riuscite a trovare un compromesso grazie alla mediazione della Spagna. Questo compromesso prevede una flessibilità temporanea per i Paesi altamente indebitati e sotto procedura per deficit eccessivo.
Una delle principali novità riguarda il calcolo dell’aggiustamento del deficit. La Commissione europea terrà conto della spesa per interessi nel calcolare il deficit per gli anni 2025, 2026 e 2027. Si tratta di una proposta più complessa rispetto alla versione originale presentata dalla Commissione Ue.
Non tutti i Paesi sono d’accordo su questi cambiamenti. I Paesi frugali, come l’Olanda, hanno ancora dei dubbi che dovranno essere chiariti. La Germania, in particolare, dovrà impegnarsi per convincerli dell’importanza di questo compromesso.
Il piano di risanamento della spesa pubblica netta è un altro elemento centrale del compromesso. Questo piano sarà applicato ai Paesi con un debito/Pil superiore al 60% e potrà durare fino a 7 anni.
Inoltre, i Paesi con un deficit superiore al 3% del Pil dovranno ridurlo autonomamente dello 0,5% all’anno. Allo stesso modo, i Paesi con un rapporto debito/Pil superiore al 90% dovranno ridurre il debito dell’1% all’anno, mentre quelli al di sotto di questa soglia dello 0,5%.
Infine, i Paesi altamente indebitati dovranno garantire un cuscinetto per le situazioni di crisi.
In un contesto simile, è importante sottolineare che l’Italia ha ottenuto l’approvazione delle modifiche al proprio Piano di ripresa e resilienza da parte dell’Ecofin. Questo rappresenta un passo importante per il nostro paese e per il suo percorso di ripresa economica.
In conclusione, nonostante il mancato accordo sulla riforma del Patto di stabilità e crescita dell’UE, il compromesso raggiunto tra Francia, Germania, Italia e Spagna promette una maggiore flessibilità per i Paesi altamente indebitati. Tuttavia, c’è ancora lavoro da fare per convincere i Paesi frugali ad accettare queste modifiche. L’Italia, invece, ha ottenuto l’approvazione delle modifiche al proprio Piano di ripresa e resilienza, segnando un importante passo avanti nella sua ripresa economica.
“Infuriatingly humble tv expert. Friendly student. Travel fanatic. Bacon fan. Unable to type with boxing gloves on.”